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31 gennaio 2016

RIMANGO SINISTRO


In nessuno dei luoghi che ho visitato durante i miei viaggi, nemmeno nel cuore dei paesi più nascosti di altre civiltà, di altre religioni, di altre etnie, mi sono sentito straniero quanto nel mio corpo. Non mi posso più digerire e non si tratta di uno squilibrio della coscienza che induce una percezione ipertrofica delle manifestazioni del corpo, altresì detta ipocondria. Sto diventando una deieizione cerebrale del mio stesso organismo.

24 gennaio 2016

SUPERFICIALMENTE RIFLESSO

Trecentesimo post.

L'ho fatto. Ho stretto i pugni, mi sono appoggiato al lavello, ho preso un gran respiro e mi sono guardato allo specchio. Era come se mi guardassi per la prima volta. Sono rimasto a lungo davanti allo specchio. Non ero davvero io quello lì dentro. Era il mio corpo, ma non ero io. Non era neppure un amico. Mi ripetevo: "Sei Me? Sei Tu, Me? Io sono Te? Siamo Noi?". Non sono matto, so benissimo che giocavo con l'impressione che quello non fosse Io o Me, ma un corpo abbandonato dentro allo specchio. Mi sono chiesto da quanto tempo fosse lì. Questi giochetti che mandano fuori dai gangheri Me, non spaventano affatto Io. "Figliolo", mi dice Io, "non sei matto, giochi con le sensazioni, come tutti gli uomini. Le interroghi e non smetterai mai di farlo. Per tutta la vita, dobbiamo sforzarci di credere ai nostri sensi".

19 gennaio 2016

SANITA' DI CORPO


Il corpo, per l'uso che se ne fa per lo spettacolo che ne viene dato, sembra un'invenzione di ultima generazione. Ma, sui rapporti che la mente stabilisce con esso in quanto scatola delle sorprese e distributore di deiezioni, oggi il silenzio pare abbastanza fitto. A ben guardare, non c'è nessuno di più pudico degli attori porno più smutandati o degli artisti di body art più scarificati. Quanto alla medicina, è molto più semplice: oggi il corpo non viene quasi nemmeno più toccato. Ai medici importa il puzzle cellulare, il corpo radiografato, ecografato, tomografato, analizzato, il corpo biologico, genetico, molecolare, la fabbrica di anticorpi. Più lo si analizza, più si esibisce questa nostra macchina per essere, meno esiste. Annullato, in misura inversamente proporzionale alla sua esposizione.

13 gennaio 2016

LAVORI IN SOCCORSO

Dall'ultimo colloquio con l'equipe di medici che mi segue.


Dottoressa: "Matteo, ti vediamo bene", con un accenno di sorriso.

Io: "Si, vi credo. Io invece vi vedo appannati, offuscati ed a volte doppio, ma quest'ultimo dipende dai momenti. Non capisco più da che parte pendo, cammino peggio di Jack Sparrow e spesso ho bisogno di un supporto, credo infatti acquisterò un bastone da passeggio, magari uno di quelli con il pomello in bronzo o ottone dalla struttura gufesca, che rientra nel mio stile. A volte non riesco nemmeno a portarmi il bicchiere d'acqua alla bocca e quando ci riesco, le possibilità sono che mi vada di traverso o che non riesca a deglutire, nemmeno con l'imbuto. Idem per il cibo e lì, carissimi, sono cazzi. Perdonatemi il termine e mi perdonino i cazzi per averli utilizzati a cazzo. Per non parlare dei nervi che saltano in tutta la mia parte destra, nel vero senso della parola, a rotazione, dal cranio alla pianta del piede e del senso di vertigine costante che provo, da in piedi, seduto o sdraiato che sia, che in questi ultimi giorni riesco a controllare, ma con abbondante fatica, infatti scusatemi se a volte non vi guardo negli occhi mentre vi parlo, ero solito farlo, ma ho bisogno di inclinare la testa o guardare verso il basso per controllarmi, ma non troppo velocemente, altrimenti c'è la possibilità che io rovini sul pavimento per il capogiro o non sia più in grado di interagire con la realtà che mi circonda. E poi il linguaggio, se non mi concentro o parlo troppo velocemente, non riesco a coordinarlo, mi perdo delle consonanti e vi garantisco essere molte, spesso devo ripetere ciò che dico perché non vengo compreso ed è imbarazzante. Inutile dirvi che anche solo farmi la barba o apporre una firma su di una delle vostre solite scartoffie per il consenso al consenso del consenso, risulti un'impresa epico-epocale. Ora, a fronte e anche a retro di tutto ciò, ditemi se secondo voi sto bene. Altro giro di brandy, signori?".